Ragazzi, ecco come “riempire” le vacanze!

Manca poco: la scuola sta finendo.
Tra qualche giorno inizieranno per voi ragazzi tre lunghi mesi da “riempire” come desiderate.
Eppure molti di voi sono dispiaciuti, perché non vedranno più i compagni di classe, e altri sanno già che si annoieranno a casa da soli.
La maggior parte si è già lamentata dei compiti estivi da fare.

Ma dai, ragazzi! Non avete idea di quanto siete fortunati!

Basta organizzarvi e l’estate sarà meravigliosa!

Vi do qualche spunto:

1) Se i vostri genitori lavorano e siete affidati ai nonni, coinvolgeteli nell’organizzare un pic-nic sul prato in un parco vicino a casa.

Mettetevi d’accordo con qualche amico: ciascuno porterà i suoi panini e da bere.
Basterà una coperta da mettere a terra e, se il parco è vicino, potrete andarci a piedi o in bici.
Sarà bello stare in mezzo alla natura e vi sentirete subito in vacanza!

2) Vi piace andare in bicicletta?
Una domenica, coinvolgete più genitori possibili e organizzate una biciclettata lungo un percorso ciclabile, magari facendo una pausa per pranzo in un agriturismo.

Sarà un modo piacevole e insolito per stare tutti insieme!

3) Fate i compiti in compagnia: contattate qualche compagno e invitatelo a casa vostra per svolgere i compiti delle vacanze.

Lavorate insieme per un paio d’ore e poi uscite per gustarvi un buon gelato.

4) Mancate di concentrazione nei compiti? Allora chiedete ad un compagno di venire con voi in biblioteca: starete al fresco e lavorerete in silenzio.

Al termine, via per un giro in bici o al parco.

Il vantaggio di “miscelare” compiti, amici, divertimento è che non sentirete il peso dei compiti, manterrete il legame con i compagni e potrete svagarvi insieme a loro.

E, senza rendervene conto, farete un grande regalo ai vostri genitori, perché potrete partire per le vacanze senza portarvi i compiti.
Così anche loro potranno godersi il meritato relax!

Ah, non dimenticate di portarvi un bel libro e scegliere un luogo tranquillo dove isolarvi e tuffarvi nella lettura.

Buone vacanze!  🙂

Ragazzi, cambiate il Mondo!

Cambiare il Mondo si può?

Il Mahatma Gandhi, tanto tempo fa, ha detto: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

E lui la sapeva lunga su come cambiare il mondo, visto che è riuscito a liberare la sua India dagli inglesi senza armi né eserciti.

Ma perché mai voi giovani dovreste cambiare il mondo?

Beh, perché magari non vi piace così com’è e in fondo dovrete viverci a lungo.
Meglio essere attivi, quindi, che stare a guardare o ad aspettare che qualcosa cambi. In fondo avete l’energia per farlo.

“Eh, già, come posso cambiare il mondo” dirà qualcuno “sono solo un ragazzino!”.

Vero, ma il tuo mondo qual è?
Prova a pensarci un attimo.
Non è forse la scuola, gli amici e la famiglia? Ok, mettiamoci anche lo sport, la musica…

Allora, prova a riflettere: che cosa vorresti cambiare di questo tuo mondo?

Devi concentrarti sui tuoi bisogni, sulle cose che per te hanno un gran valore, perché ciascuno ha bisogni diversi.

Ad esempio, c’è chi ha bisogno di essere ascoltato senza essere giudicato, chi vuole essere bene accolto nel gruppo classe…

Per tutti c’è poi un ordine di importanza.
I bisogni sono tanti, è vero, ma poi devi metterli in ordine, da quello che per te è più importante fino a quello meno.

La maggior parte dei ragazzi che ho ascoltato ha messo al primo posto “essere rispettato”, cioè “non preso in giro, accettato per come sono, accolto e ben voluto”.

Tutti bisogni che portano a “vivere sereno”.

Bene, ragazzi, sapete che vi dico?

Che se questi sono anche i vostri bisogni, dovete AGIRE per ottenerli.
Non potete aspettare che se ne occupino gli altri al posto vostro.
Dovete lottare!

Come?

Prima di tutto pensate: “Cosa posso fare IO per rispettare, accettare gli altri?” e poi mettete in pratica la risposta che trovate.

Ad esempio, “smetto di ridere alle spalle di chi già viene preso in giro dagli altri” oppure “smetto di rispondere male ai miei familiari”.

Fate come dice Gandhi: cambiate per primi voi e il mondo cambierà di conseguenza.

 

 

*Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” nel febbraio 2018.

Sei sicuro di non essere “dipendente” dallo smartphone? Meglio verificare!

Chi di voi non ha un cellulare, alzi la mano!
E di sicuro lo usate per chattare, guardare video, ascoltare musica, giocare…

Ma per quanto tempo al giorno?

Alcuni dodicenni di una scuola di Brescia hanno condotto una ricerca sull’uso dello smartphone e poi hanno realizzato un volantino con una serie di indicazioni utili a non ammalarsi.

Già, perché di cellulare ci si può ammalare e anche gravemente.

Pensate che i pediatri italiani vorrebbero vietare l’uso del cellulare ai bambini al di sotto dei 10 anni. Hanno spiegato, infatti, che

iniziare ad usare da piccoli il cellulare e farlo per un’ora intera al giorno, può portare a perdere concentrazione e memoria, a dormire poco e male, ad essere più aggressivi con gli altri e… ad apprendere di meno.

Ci sono poi ragazzi che, se non sono costantemente connessi, vengono assaliti da una paura incontrollata che li fa stare male.

Ecco, è una vera e propria “dipendenza”, ma loro non se ne rendono conto, finché… il loro corpo inizia a mandare dei segnali.

Sono sintomi di questa “malattia”, che si chiama “nomofobia”, e che si manifesta quando non si può usare lo smartphone per un certo periodo di tempo, perché non c’è il segnale o la batteria è scarica o è finito il credito.

Queste persone, ragazzi e adulti, allora iniziano a sentire il cuore accelerato, ad avere il fiato corto, a sentire nausea.
E’ una vera e propria ansia che li assale, fino a trasformarsi in attacco di panico.

Allora come possiamo fare per non cadere in questa trappola?

Usare il cellulare con intelligenza, cioè non portarcelo dappertutto: spegnerlo quando siamo a tavola con la famiglia e non usarlo quando siamo fuori con amici o a scuola o agli allenamenti.

Possiamo averlo con noi, ma capire quando è il caso di usarlo e quando no.

Se stiamo studiando o dobbiamo dormire, meglio spegnerlo; se vogliamo giocare, fermiamoci dopo mezz’ora.

Se non siete sicuri di riuscire a farlo, vuol dire che non siete “pronti” ad avere un cellulare. Pensateci!

 

 

*Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como”  nel febbraio 2018.

Sei moderna o semplicemente volgare?

Oggi le nostre chiacchiere sono tutte al femminile.

Eh, già, perché ho notato che

molte femmine hanno confuso la “modernità” con la “volgarità”.

Vogliamo parlarne?

Ho giusto in mente alcune ragazze dagli undici anni in poi, vestite alla moda, carine, all’apparenza sicure di sé, che “maltrattano” i maschi con critiche feroci e con prese in giro che ferirebbero chiunque.

E gli adulti commentano: “Eh, sono le ragazze di oggi! Le ragazze moderne!”.
Beh, non sono d’accordo.

Essere “moderne” significa sì seguire le tendenze e i gusti del mondo presente, ma non c’entra col diventare volgari.

Non avete idea di come si comportino le ragazze volgari?

Be’, per esempio, si esprimono a parolacce, gridano, mangiano a bocca spalancata…
Ne ho viste alcune fare addirittura a gara di sputi!

Ok, ok, alcune di voi si saranno accorte che è una maschera, che queste “ragazzacce” non sono davvero come sembrano.

E avete ragione, perché le parolacce usate di continuo, in modo sfacciato, nascondono tutta la loro insicurezza nei rapporti con gli altri.

Vogliono farsi credere sicure di sé, mature… e invece appaiono tutt’altro.
Il fatto è che sono tanti gli elementi che poi fanno dire alle persone: “E’ una ragazza bella, ma volgare!”.

Pensate a quelle che si mettono le mani addosso come i maschi: che tirano coppini, fanno gli sgambetti e si spintonano.
Pensate a quelle sguaiate, che si siedono ovunque con le gambe divaricate e masticano la cicca a bocca aperta…

Sarebbe proprio sbagliato definirle “moderne”, perché

la modernità è sinonimo di originalità, ma in positivo.

Allora, se volete essere davvero “moderne”, cercate di comportarvi ed esprimervi in modo elegante, sensibile.

Non c’entra col vestirsi in modo classico e nemmeno con il modo di comportarsi che avevano le vostre nonne.

Essere volgari indica una mancanza di cultura, di finezza e di stile.

La vera originalità, quindi, sta nel riuscire ad essere “moderne” e al contempo fini, educate, capaci di buone maniere e di buone parole.

 

 

Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” il 30/01/2018.

Prova il “diario magico” per essere felice!

Ragazzi, chi di voi ha mai scritto un “diario”?

Nessuno? Forse qualche ragazza, ma solo per un po’?

Bene, oggi vi parlo di una fantastica occasione per diventare ogni giorno più felici.
Il diario sarà il “mezzo” che useremo per far crescere la nostra felicità!

Ora vi spiego.

Intanto non ha nulla a che vedere col diario segreto e servono solo 5 minuti per compilarlo ogni giorno.

Prima di dire: “No, non ce la faccio!”, sperimentatelo per 5 giorni consecutivi.
Per compilarlo non dovrete stare a pensare troppo: prendete le risposte che vi arrivano subito e scrivetele.

Ma andiamo per gradi.

I momenti della giornata in cui dovrete scrivere saranno la mattina (appena svegli) e la sera (prima di andare a dormire).

Iniziamo dal “mattino”:

1) Sul vostro diario rispondete subito a una domanda:
“Quali sono le 3 cose per cui sono grato questa mattina?”.
Pensate alle piccole cose, quelle che vi vengono in mente subito, come ad esempio: “C’è il sole! Ho dormito bene! Ho un’intera giornata da vivere!”;

2) Ora pensate a “come” desiderate trascorrere la giornata, a quali attività svolgere prima di sera.
Riflettete e poi scrivete la risposta a questa domanda:
“Quali sono le 3 attività che faranno di oggi una giornata fantastica?”.
Scegliete delle attività che vi facciano stare bene e che vi aiutino a crescere.
Iniziate, ad esempio, ad immaginare a come vi sentirete la sera, quando le avrete fatte!;

3) Ora chiudete il diario e iniziate la vostra giornata.

Alla “sera”, prendete il vostro diario e ripensate alla giornata vissuta:

1) Scrivete “quali sono state le 3 cose meravigliose che sono accadute oggi”.

Esempi: “Ho incontrato il ragazzo che mi piace!”, “Sono stato a pranzo dai nonni”…
Sforzatevi di trovare 3 cose positive!;

2) Pensate e scrivete “in che modo avreste potuto rendere migliore la giornata appena conclusa”

ad esempio, “stando meno su internet e uscendo con gli amici”.

Approfittate di queste ultime settimane di scuola e provate questo “magico” diario.

Vedrete che qualcosa cambierà!

 

  • Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” – Maggio 2018

Impara a concentrarti velocemente!

Ragazzi, settimana scorsa avete scoperto che l’unico ostacolo che vi separa dall’aver buoni voti è la mancanza di “concentrazione”.

Oggi vi suggerisco come risolvere il problema delle distrazioni frequenti, così che possiate studiare meglio e con soddisfazione.

La prima cosa quando dovete studiare è “definire un tempo” (es. due ore) durante il quale vi impegnerete a silenziare o spegnere il cellulare, distaccarvi da internet e avvisare i familiari di non disturbarvi.

La seconda cosa è “scaricare i pensieri” che non c’entrano con quello che state studiando.

Al posto di fissare il libro e pensare a che cosa volete organizzare con gli amici, prendete un foglio e scriveteci sopra, ad esempio, “Mandare messaggio a Luca, Marta e Gigi per vederci alle cinque e andare in gelateria a Como”.
Poi scrivete anche l’orario in cui ve ne occuperete.
Così, finché non sarà giunta quell’ora, potrete concentrarvi solo sullo studio.

Il terzo suggerimento è di definire il giorno prima che cosa dovrete fare l’indomani.

Scrivete una lista di obiettivi che dovrete spuntare almeno all’80%.
Questo è fondamentale, perché senza obiettivi procederete alla cieca e finirete per buttare via il pomeriggio.

Esistono inoltre dei “trucchetti” che servono a concentrarsi velocemente per poi svolgere il lavoro in minor tempo e bene.

Vediamone alcuni:

1) Ascoltate attentamente il vostro respiro;
2) mettete un oggetto ad una certa distanza da voi e poi immaginate di doverlo colpire. Prendete dunque la mira e spostate l’attenzione solo su quello;
3) prima di studiare, contate le parole contenute nei primi paragrafi, così il vostro cervello taglierà fuori tutto il resto.

Se ci pensate, sono attività che tolgono ansia e quindi fanno rilassare.
E quando ci si rilassa, concentrarsi è più facile, perché non si ha fretta.

L’ideale è lasciarvi assorbire completamente da ciò che state facendo.

Iniziate lasciandovi coinvolgere dalla spiegazione del prof.
Stare attenti è fondamentale ed è il primo passo per concentrarsi.

 

* Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” a maggio 2018.

Studi, ma i risultati non arrivano? Ecco il perché!

Siamo allo sprint finale, se volete guadagnarvi buoni voti!

E so che molti di voi, pur  dando il massimo, non sono soddisfatti dei voti che ottengono:

“Sono sui libri tutto il pomeriggio” mi dice una tredicenne, “persino la domenica, ma i voti sono comunque bassi!
Non so, forse mi manca un buon metodo di studio …”.

Certo, può essere o magari il problema è un altro e non c’entra né con il metodo né con l’intelligenza.

Facciamo un piccolo test e vediamo se vi riconoscete in queste frasi:
1) quando studio, non sto mai fermo e mi dondolo sulla sedia;
2) non riesco a ricordare le cose che ho appena letto sul libro;
3) mentre leggo o cerco di ripetere, gioco con la penna o con qualsiasi cosa ci sia sul tavolo;
4) dimentico facilmente dove ho messo le cose;
5) mentre studio, controllo spesso i messaggi sul cellulare;
6) anche se ho studiato a casa, durante la verifica faccio errori stupidi.

Se leggendo, avete esclamato: “Sì, mi succede proprio così!” state tranquilli perché non avete niente che non funzioni, tranne… la concentrazione.

Eh, sì, non riuscite a restare concentrati perché la vostra testa va altrove.

Il risultato è che, quando affrontate un compito, una verifica o un’interrogazione, siete lenti, concludete poco e la vostra prestazione è molto al di sotto delle vostre potenzialità.

In poche parole: state seduti davanti al libro per ore, siete convinti di studiare, ma non assimilate quasi nulla, perciò a scuola non vi ricordate granché.

Niente paura, però! Potete rimediare.

Il primo passo da fare è capire perché vi distraete.

Le cause solitamente sono:
1) dormite poco e siete stanchi;
2) fate tutto all’ultimo minuto, di fretta e con ansia;
3) saltate da una cosa all’altra, senza portarne a buon fine nessuna;
4) studiate in un luogo troppo rumoroso;
5) siete spesso interrotti da amici e familiari;
6) quello che studiate non vi interessa.

La prossima volta vi svelerò come fare per concentrarvi al massimo.

 

* Articolo scritto da Laura Gazzola sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” l’8 maggio 2018.

Sei sicuro che “leggere” sia una vera noia?

Ragazzi, per “aprire la mente” ci sono tanti modi: uno di questi è leggere libri, ma già mi pare di sentire certi vostri commenti: “Che noia leggere!”, “Io odio leggere!”.

Se dite che vi annoia, significa che preferite fare altro. E che cosa ad esempio?

Di sicuro una cosa ci annoia quando non ci coinvolge

Ah, ma allora non è il “leggere” in sé, è semmai il libro che abbiamo scelto o che ci hanno obbligati a leggere che non ci piace.

Ora che ci siamo resi conto che la noia e l’odio sono rivolti al contenuto di un certo libro e non all’azione del leggere,

è fondamentale cercare il genere che ci piace.

E come si fa?

Pensate ai film che amate e alle storie che raccontano:
sono misteri da svelare? Amori che sbocciano? Storie vere? Viaggi immaginari? Parlano forse del vostro atleta o cantante preferito?

Per capire che cosa vi interessa, dovete anche conoscere voi stessi: vi piace ridere? O siete tipi riflessivi? Siete determinati? Ammirate chi si pone un obiettivo e lo raggiunge?

La scelta di un libro può anche essere legata a chi vorreste essere: un vampiro? Uno scienziato? Un esploratore? Uno scrittore famoso? Un detective?

Una volta chiarito quali sono i vostri gusti, gli argomenti che vi interessano e i personaggi che vorreste conoscere o essere, siete a buon punto.

Andate in internet o in libreria o in biblioteca e chiedete consiglio oppure leggete direttamente le trame e il gioco è fatto!

Non vi resterà che “tuffarvi” nel libro.

Solo così scoprirete che “leggere” ha solo vantaggi:

1) il libro si può portare ovunque (non è ingombrante);
2) la storia creerà delle immagini nella vostra testa che nessun altro avrà di uguali;
3) proverete emozioni;
4) potrete restare in silenzio con voi stessi e non sentirete per forza il bisogno degli altri;
5) avrete qualcosa di nuovo e speciale da raccontare e da condividere;
6) diventerete “interessanti” agli occhi degli altri;
7) la vostra mente “si aprirà” e sarà come fare un viaggio.

Provate e fatemi sapere!

 

* Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato nella pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” il 10/4/2018.

Ragazzi, allenatevi al… rispetto!

Sapete che cos’è il “coaching”?

E’ un metodo per ragazzi e adulti  che vogliono migliorare se stessi, superando ostacoli e sviluppando tutti i loro punti di forza.
Il termine significa “allenamento” e infatti, per raggiungere un obiettivo, dobbiamo allenarci, esattamente come si fa nello sport.

Può essere un obiettivo sportivo, professionale, scolastico o… personale, come nel caso di migliorare il nostro rapporto con gli altri.

E come fare?

Il discorso è lungo, ma partiamo da un concetto semplice:

per stare bene con le altre persone dobbiamo cominciare a pensare a loro in un’ottica di “rispetto”, a partire da piccoli gesti legati alla nostra quotidianità.

Facciamo un esempio:
se viviamo in appartamento e ci sono persone che abitano sotto di noi, eviteremo di ascoltare la musica o la tv a tutto volume, così come di giocare a far rimbalzare la pallina da tennis sul pavimento.
Il motivo è ovvio: daremmo fastidio e quindi potrebbero risentirsi e noi rischiare di incrinare il rapporto con loro.

Non è difficile, basta allenare la nostra sensibilità verso gli altri e cominciare a pensare seriamente che i loro diritti (al riposo, alla tranquillità ecc.) sono uguali ai nostri.

Potremmo iniziare col domandarci: “Ma se loro disturbassero me come io faccio con loro, come reagirei?”.

Immaginate di essere sui libri in vista di una verifica importante e di non riuscire a concentrarvi per il fastidio provocato dai vostri vicini.
Correreste il rischio di prendere un brutto voto, vero? Che seccatura!

Quindi, “alleniamoci” a essere più rispettosi, così:

1) scriviamo una lista di azioni che – se fossimo noi a subire – ci darebbero molto fastidio.

2) Prendiamo la prima voce in elenco (es. tenere il volume della musica basso, ovvero – in una scala da 0 a 10 – potrebbe essere a 3) e stabiliamo che per un mese ci concentreremo su questo.

3) Il mese successivo “rispetteremo” il 2° punto della lista e così via.

Alla fine in qualcosa avremo migliorato e gli altri ce ne saranno grati.

*Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato nella Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” il 20 novembre 2018.

Ragazzi, se volete essere felici… imparate a usare l’umorismo!

La sfida per un giorno di questa settimana porta il nome di “umorismo”.

Vediamo se ne siete dotati!

Rispondete “sì o no” a queste domande:
1) Quando un amico ha un umore nero, faccio di tutto per distrarlo con battute;
2) Mi piace portare allegria nella giornata degli altri con un sorriso;
3) Molte persone dicono che con me si divertono;
4) In certe situazioni trovo qualcosa per cui ridere con gli altri;
5) Riesco a ridere dei miei difetti.

Più “sì” avete risposto e più il vostro grado di umorismo è alto.

Ma che diavolo è l’umorismo?!

E’ la capacità di sorridere (persino ridere) con gli altri e di far sorridere gli altri della vita, di ciò che succede in essa.

Se avete il dono dell’umorismo, siete davvero fortunati!
E certamente è ancora più fortunato chi vi sta accanto, perché voi riuscirete a mostrargli il lato più divertente e comico di ogni evento.

Non significa che continuate a ridere come sciocchi per qualsiasi cosa, ma che riuscite a cogliere il lato buffo della vita.

Se, ad esempio, sapete ridere dei vostri difetti, scherzandoci sopra, prendendoli con leggerezza e non come un peso enorme, siete dotati di umorismo e gli altri vi apprezzeranno per questo.

Chi sceglie di prendere in giro se stesso e non gli altri, è tutt’altro che superficiale, anzi!
E’ sicuramente una persona riflessiva e profonda, con splendide qualità!

Quindi allenate l’umorismo ogni giorno, perché è un modo efficace di combattere lo stress delle verifiche e delle interrogazioni.

E come facciamo a coltivarlo?

All’inizio vi ho parlato di una… sfida.

Si tratta di scegliere un giorno e – sin dal mattino appena svegli – cercare di affrontare tutto ciò che vi sembra pesante con una battuta.

In mensa il piatto del giorno è disgustoso per voi? Fate una battuta e rideteci sopra.
Servirà a non arrabbiarvi e vi permetterà di “passarci sopra”.

Ricordate che l’umorismo è un’arma di difesa potentissima! Perciò… usatela!

 

*Articolo scritto da Laura Gazzola e pubblicato sulla Pagina dei Ragazzi del quotidiano “La Provincia di Como” il 6 novembre 2018.