Gentilezza

Oggi parliamo di “gentilezza”, perché ce n’è un grande bisogno.
E non possiamo certo pretendere che i bambini o i ragazzi diventino gentili se noi non lo siamo.
Ma cosa significa essere gentile?
Secondo il dizionario significa essere cortese, cordiale, garbato, educato, amabile, disponibile, premuroso, civile, benevolo, magnanimo, buono, fine, delicato, signorile.

Li trovo tutti splendidi e carichi di significato!

Certo è che cozzano con la filosofia dilagante del “fatti i fatti tuoi”, “non t’impicciare”, “non farti mettere sotto i piedi!”, “prima tu e poi gli altri!”, “rispondi a tono!” (dove per “tono” s’intende con aggressività).

Tra l’altro, come possiamo pretendere di avere figli gentili se usiamo con loro un tono seccato, freddo, aggressivo, attribuendo poi la colpa allo stress quotidiano o alla enorme stanchezza o al nostro “brutto” carattere?
Nessuno mette in dubbio che sia difficile controllare il tono e le parole quando si è a pezzi, ma non dimentichiamo che “loro” ci guardano, ci ascoltano e ci imitano. Praticamente… imparano da noi.

Questo dovrebbe spingerci a stare più attenti.

Le parolacce, le bestemmie, i commenti taglienti, la rabbia non dovrebbero abitare in una casa dove ci sono bambini.
Al contrario, dovremmo mostrare loro “come” si diventa gentili e far nascere in loro il desiderio di fare altrettanto. Basta poco e certo avrete già in mente mille modi.

Dobbiamo far sì che diventi un allenamento quotidiano: dal saluto col sorriso alle parole scelte con cura… Niente commenti al veleno davanti a loro. Niente derisione di altre persone.

E se loro si vergognano, sono timidi e quindi non imitano quello che gli stiamo mostrando?
Vuol dire che non sono pronti.
Lo faranno, ma con i loro tempi.

Cerchiamo però di sollecitarli ad affrontare almeno situazioni facili, come dire “grazie” per qualcosa che hanno ricevuto oppure consegnare a qualcuno un oggetto che gli è caduto a terra.

Una cosa utile che ho sperimentato è quella di creare una tabella ( tipo calendario) in cui ogni giorno i bambini/ragazzi devono scrivere due gesti gentili che hanno compiuto verso gli altri (a casa, scuola, dai nonni…).

Di solito la vivono come una sfida! Anche perché possono rileggere “quanto” sono stati gentili e prenderne coscienza. Una bella soddisfazione insomma!

Perciò, niente prediche, ma esempi da imitare e gentilezze da registrare a fine giornata.

La stanchezza

“Il 76% delle donne italiane soffre di stanchezza”, recita una recente pubblicità che ci invita ad acquistare e ad assumere un certo integratore per stare meglio e riprendere le nostre energie.
Ma noi donne non “soffriamo” di stanchezza e non siamo malate.
Semmai siamo impegnate in mille attività quotidiane (il lavoro fuori casa, i lavori domestici, la cura dei figli e dei genitori anziani, la spesa, cucinare…) che ci obbligano a tenere un ritmo frenetico e che ci portano ad essere “sfinite” ora di sera.
Per riuscire a fare tutto, stiamo così a lungo in tensione che il nostro corpo “dimentica” come tornare rilassato e così compaiono le contratture alle spalle, il mal di testa, la cervicale, il dolore allo stomaco, le difficoltà del sonno, i giramenti… E la lista è davvero lunga, come sottolineano gli esperti.

La parola d’ordine, quindi, è “rilassarsi”.

Sono poche però le donne che riescono a farlo: la maggior parte non lo fa perché la parola “relax” viene associata inconsciamente e ingiustamente all’immagine del fannullone che se ne sta sul divano tutto il giorno senza concludere nulla.
Non è così, lo sappiamo bene, e il momento decisivo per capire che “dobbiamo fermarci” é quando ci ripetiamo di non avere tempo.

Ma come possiamo rilassarci se abbiamo davvero pochissimo tempo per noi?

Dobbiamo fare qualcosa che non ci ha insegnato nessuno: imparare a RESPIRARE profondamente.
Perché se è vero che la mente influenza il corpo, è pur vero anche il contrario, perciò se respiriamo bene il corpo si rilassa e la mente lo segue.

Per ENTRARE IN CONTATTO CON IL NOSTRO RESPIRO, bastano 3-4 minuti, non di più.
Per abbassare il livello di stress, l’ideale è mettere in pratica la tecnica 3 volte al giorno durante la giornata (N.B. 3-4 minuti per 3 volte al giorno ci impegna meno di un quarto d’ora su una giornata di 24 ore!).

Vediamo ora come dobbiamo fare:
– Trovate un luogo dove nessuno vi disturbi per quei 3-4 minuti
– Regolate l’intensità della luce
– State sedute (su una sedia, su una poltrona) o sdraiate (sul letto, sul divano)
– Allentate i vostri vestiti, se vi stringono
– Spegnete il cellulare (per 3 minuti non casca il mondo!)
– Chiedete di non essere disturbate

Se vi rendete conto di non avere queste condizioni, rimandate l’esercizio.

Ora veniamo alla tecnica:
– Preparatevi mentalmente, pensando che per pochi minuti vi occuperete soltanto del vostro respiro
– Mettete una mano sulla pancia (ma mantenete il braccio rilassato)
– Fate un primo respiro molto profondo, chiudete gli occhi e controllate se state respirando col petto o con la pancia
– Cercate di respirare con la pancia (se lo state facendo, la vostra mano sull’addome si muoverà)
– Inspirate col naso (senza forzare), gonfiando la pancia
– Espirate lentamente con la bocca, mantenendo la vostra attenzione sulla pancia che si muove.
– Respirate così, senza forzature, per 3-4 minuti, poi riaprite gli occhi e “ascoltate” il vostro corpo: sentite di aver rallentato? Di essere meno tese?

Imparare a rilassarsi con la respirazione profonda prevede un tempo di allenamento di circa 20 giorni.
Se siete agli inizi, non accingetevi ad allenarvi quando “avete un diavolo per capello”, perché non ci riuscireste e pensereste che la tecnica non funziona.
Perciò iniziate ad esercitarvi con qualche piccolo aiuto: prima di addormentarvi, dopo una doccia o un bagno; durante il fine settimana… Insomma, nei momenti migliori per voi.
I benefici sono parecchi quando il corpo inizia a rilassarsi: la mente si svuota, le tensioni si allentano e vi distaccate un po’ dal mondo.

Consideratelo un momento SACRO, tutto per voi.
E ricordate che se questa tecnica vi rilassa anche solamente un poco, vuol dire che funziona!