Ritorno alla didattica a distanza: ecco come motivare i vostri figli.

Ieri, durante una sessione di Coaching a distanza, un adolescente mi ha esposto il suo problema: “Mi sembra di perdere tempo! Prima odiavo la mia routine, ma ora mi manca tantissimo!”.

Nonostante le video-lezioni, lo studio e una casa spaziosa con un bel giardino, si esprimeva come se vivesse in gabbia e senza più una meta: “Sai, all’inizio ho pensato a quanto tempo potevo avere senza spostamenti ed ero così contento di poter guardare film o di poter giocare on-line fino a tardi… Ma ora non ho più voglia di fare niente e mi sento sempre più stanco! Anche l’umore sta andando a terra!”.

Era ovviamente una richiesta d’aiuto.

Magari sta capitando anche ai vostri figli di “sentirsi persi” a causa delle nuove restrizioni e del ritorno alla didattica a distanza.

Il fatto è che spesso, quando i ragazzi hanno  molto più tempo a disposizione, finiscono per sprecarlo.

Sì, magari godono di alcuni “lussi” come restare alzati fino a tardi, ma quella routine che hanno abbandonato, sta lasciando spazio solo al caos.

E quando in testa hanno il caos, è facile che si sentano disorientati, senza più una meta.

In realtà non è che non facciano niente.
Riempiono  il tempo libero con attività (videogiochi, YouTube, ecc.) che con l’inizio della scuola avevano dovuto limitare.
Praticamente hanno sostituito una routine che aveva uno scopo con un’altra che di scopo non ne ha, se non quello di combattere la noia che provano facendo “scuola” da casa.

Il fatto è che avere orari fissi solo per le video-lezioni non basta.
Bisogna tornare a scandire il tempo con attività ben definite, nonostante le restrizioni.

Come fare? Da dove partire? Ecco dei suggerimenti.

Coinvolgete i vostri figli e stabilite a quale ora è salutare andare a dormire per essere attivi l’indomani  (il “non ci riesco” dei ragazzi è una scusa).
Proponete di lasciare la visione di film o serie preferite alla sera, appena DOPO cena, e di chattare con gli amici PRIMA di cena.

Poi accordatevi su una fascia oraria per fare compiti e studiare (magari nel primo pomeriggio).

Se i ragazzi sono poco motivati a studiare, spingeteli a fare i compiti a distanza con un compagno: basta utilizzare skype o semplicemente Whatsapp.
E’ utile ai ragazzi per non annoiarsi e per sostenersi a vicenda. Vale anche per lo studio o per verificare la loro preparazione in vista di una interrogazione.

Se praticavano sport e ora non è più possibile, fate in modo che continuino a muoversi:
scegliete con loro attività all’aperto come la bici, la corsa, cercando di variare le attività (altrimenti sai che noia!). Se i vostri figli si allenavano in palestra, potete trovare un’app che proponga ogni giorno nuovi esercizi da fare a casa.

Dalle video-lezioni, si sa, non possono disertare… Ma almeno hanno degli obiettivi, visto che i docenti seguono un programma.

Ciò che dovete assolutamente combattere è ciò che li rende insoddisfatti e questo di solito accade quando non hanno obiettivi.

Perciò la prima regola è far sì che abbiano nuovi traguardi e che si dedichino ad attività che li “riempiano” di soddisfazione (es. disegnare, dipingere, leggere, suonare uno strumento, esercitarsi nel canto o in una lingua straniera…). Di sicuro limitare i videogiochi o i giochi online.

Questo è un buon modo per creare una nuova e sana routine, senza trascurare di “mettere un lucchetto” al frigorifero, dato che parecchi adolescenti (e adulti) si sono abbuffati durante lo scorso lockdown per vincere la noia.

Nutrite quindi i vostri ragazzi di attività che regalino loro un senso di pienezza a fine giornata. Saranno stanchi magari, ma felici.

Se pretendi di “controllare tutto”, ti rovini la vita!

Quante volte ti hanno detto “Dai, rilassati!”, “Vivi con un po’ di leggerezza!”, “Smettila di voler controllare tutto!”.
E come ti sei sentito? Probabilmente frustrato, incompreso, infelice.
Magari ti sei chiesto se effettivamente stai esagerando o se sono “gli altri” a essere troppo superficiali, lasciando andare le cose così come vanno. Magari hai provato una sorta di invidia per chi vive senza la pretesa di controllare tutto e tutti.

E allora facciamo chiarezza.

Non c’è niente di male né di sbagliato in te, se sei solito fare un’adeguata verifica di come stanno andando le cose nella tua vita (lavoro, relazioni, ecc), anzi, ben venga! E’ utile.
Se invece è un bisogno irrinunciabile, che ti procura ansia, inquietudine, nervosismo, persino terrore, allora parliamo di “ipercontrollo”.

Forse ne hai sentito parlare in termini di “mania di controllo”, cioè quando pretendiamo di prevenire ciò che è imprevedibile, come il comportamento altrui e le situazioni. In poche parole, il nostro voler controllare tutto non è sano e dovremmo lavorarci sopra per vivere in modo più sereno.

Già mi immagino la reazione… “Chi? Io? Mica ho la mania del controllo!”.

Allora proviamo a descrivere chi ce l’ha:

  • Perde serenità di fronte alle situazioni incerte.
  • Ha sempre paura di commettere errori.
  • Ha difficoltà a gestire lo stress.
  • Sente un bisogno costante di essere rassicurato.
  • Non ha fiducia nelle capacità degli altri.
  • Sente su di sé un eccessivo carico di responsabilità.
  • Proprio non riesce a lasciare al caso neppure il dettaglio più insignificante.

Scommetto che ora dirai: “Oh, cavolo! Sono io!” oppure “Oddio!, assomiglia a mia moglie/marito!” o ancora “Sembra che parli di mia madre/padre… E se fosse davvero così?”.

Togliti alcuni dubbi!

Chi è maniaco del controllo spesso pone eccessiva attenzione al proprio corpo, in termini di alimentazione e cura di sé, oppure ha l’ossessione per l’ordine e la pulizia, nel senso che è terrorizzato da germi, sporco e disordine. Pretende di tenere sotto controllo i figli, il partner e, al lavoro, si dimostra perfezionista e intransigente… Insomma, vive proprio male!

Sì, perché – se sei così – non sopporti le novità, gli imprevisti, e non riesci a delegare, così fai tutto tu ed esaurisci le tue energie.

Dimmi la verità… anche il tuo fisico ne risente, vero?
Sì, perché per avere tutto sotto controllo il corpo è in continua tensione muscolare e si irrigidisce. La conseguenza è un costante senso di stanchezza e spossatezza.

Ti ci ritrovi?
Ti va di migliorare? Già, perché è possibile: non è che si nasce così.
Si può essere predisposti, ma non è genetico. Bella notizia, vero?

Allora inizia da qui:

  • Non censurare le tue emozioni, perché è frustrante. Semmai impara a gestire la rabbia, la tristezza, il senso di colpa.
  • Se la mania di controllo ti procura gravi crisi d’ansia o attacchi di panico, cerca un bravo psicologo/psicoterapeuta per farti curare.
  • Guarda in faccia il tuo sforzo di fare ordine, di prevedere l’imprevedibile, di non farti trovare impreparato: renditi conto che è un bisogno interiore e non c’entra con l’impegno e la responsabilità (perciò… non raccontartela!).
  • Diventa consapevole di esserti chiuso in una gabbia, dove tutto deve andare come vuoi, in modo perfetto; dove tu devi mostrarti impeccabile, indipendente, efficiente, senza che nessuno te l’abbia mai chiesto.
  • Prova ad essere più spontaneo, più “vero”: togli la maschera, almeno un pochino. Nessuno ti giudicherà!
  • Smettila di arrabbiarti per come va il mondo: la politica, l’economia, la società. Domandati: “Cosa posso fare concretamente per cambiare le cose?” e poi fallo. Ma se capisci di non poter intervenire… lascia perdere. Vai oltre!
  • Rompi la routine: ogni tanto cambia qualcosa. Magari scegli un nuovo percorso per andare al lavoro o pranza in un bar diverso dal solito.
  • Se qualcosa va storto, prova a dirti: “Ho commesso un errore” e non “Sono un disastro!”.

E ricorda:
“Tutto quello che non riesci a controllare ti sta insegnando a lasciar andare.”   (Jackson Kiddard)