Se vuoi trasmettere a tuo figlio di non tenere a lui, lascia che rientri sempre più tardi.

Siamo in piena estate e – Covid o meno – i ragazzi in vacanza o a casa pressano per uscire la sera e soprattutto per rientrare sempre più tardi.

A mezzanotte ormai rientra solo cenerentola… perché gli adolescenti, anche se minorenni, tendono a rientrare tra l’una e le quattro del mattino…

Alcune madri disperate, ma rassegnate, mi hanno detto: “Cerco di stare sveglia ad aspettarlo, ma poi crollo!” oppure “Io e mio marito ci diamo il cambio: un po’ sto sveglia io e un po’ sta sveglio lui, finché nostra figlia non rientra”…

Ma c’è stata una madre che mi ha detto seccata: “Mia figlia non ne vuole sapere di tornare a casa entro mezzanotte, ma perché io non posso godermi il riposo che aspetto tutto l’anno?”.

E l’obiettivo è proprio questo: essere felici voi e i vostri figli. Non solo loro.
Non dimenticate che i ragazzi hanno i loro bisogni, ma voi avete i vostri.

Meglio quindi raggiungere un compromesso.
Ad esempio: proponete il coprifuoco a mezzanotte, così vostro figlio chiederà l’una e arriverete a mezzanotte e mezza.

Anche se dovete avere ben chiaro qual è il limite per voi.
Le 3 di notte, onestamente, sono ingiustificate, visto che non vanno a scuola e quindi gli amici possono vederli durante il giorno.

Il concetto è porre un limite che sia utile a salvaguardare la loro sicurezza e incolumità. Quindi una regola educativa, non punitiva.

E se si lamentano che “tutti stanno fuori fino alle 3”, senza polemica né tono seccato, ribadite che – secondo voi – non vi è motivo di stare in giro fino a quell’ora. E non raccogliete le provocazioni, non state a discutere. Il limite è questo. Punto.

Dite: “Non ce l’ho con te, anzi! Ti voglio bene e proprio per questo non trovo sicuro che tu stia in giro fino a tarda notte”.

Non dico che sarà una passeggiata… ma provateci! E fatemi sapere!

Arriva un bebé e la coppia “scoppia”. Ecco come evitarlo!

Da fidanzati, tutto meraviglioso, perciò decidete di rafforzare il legame con il matrimonio o la convivenza.
E anche lì procede tutto bene, perciò… perché non pensare ad un figlio che consolidi il profondo legame già esistente?
Un “cucciolo” da amare e crescere insieme, felici come nelle fiabe del “e vissero per sempre felici e contenti”.

Peccato però che, dopo la nascita di un figlio, molte coppie… scoppino!

E come mai?
Quali sono i problemi che sorgono nella coppia?
E come fare a superarli?

Conoscerli può aiutare a prevenirli (se un figlio non c’è ancora) oppure ad identificarli e a risolverli (sempre che nella coppia ci sia dialogo e disponibilità all’ascolto).

Vediamo come:

1) Il carico dei lavori domestici.

Magari prima di diventare mamma la casa non era il tuo primo pensiero e rimandare le pulizie non era una tragedia. Ma ora che c’è il tuo bebè, la casa deve essere pulita e in ordine: i lavori domestici non si possono rimandare.
Il problema è che ti ritrovi “sola”: lui va al lavoro e tu resti a casa, ma fai tutt’altro che riposare.
E quando arriva la sera e lui rientra, tu sei distrutta e a lui sembra impossibile: avresti bisogno che lui facesse la sua parte, ma se non glielo chiedi “lui non ci arriva”. In fondo, tu sei quella che resta a casa! E così iniziano i malumori, i battibecchi.

Meglio intervenire subito e accordarti con il tuo partner su “chi fa cosa”, ovvero chi pulirà i fornelli la sera, chi il bagno, chi farà la spesa ecc.
Meglio definire anche i tempi, cioè stabilire insieme “quando” andranno fatte queste cose, in modo da non ritrovarti a dover sempre chiedere o ricordare.

2) Differenze negli stili educativi.

Magari prima che nascesse vostro figlio sembravate d’accordo su come crescerlo ed educarlo, ma ora che è lì davanti a voi, ecco sorgere le incomprensioni su tutto: l’ora della nanna, gli alimenti da introdurre pian piano, i comportamenti da considerare giusti o meno.
Di solito i neogenitori tendono a riprodurre il modello con cui sono stati cresciuti e non è detto che sia lo stesso. Perciò nascono i primi contrasti e le prime discussioni.
Ricordiamoci sempre, però, che trovare uno stile educativo da condividere è fondamentale per la crescita di un figlio.

Meglio quindi confrontarsi e adottare una linea comune.
Potreste anche valutare di affidarvi ad un esperto (ostetrica, pedagogista, family coach, ecc.) che vi guidi nei primi mesi e vi permetta di sentirvi più tranquilli, eliminando tutti i vostri dubbi.

3) Mancanza di sonno e di sesso.

Quando si diventa genitori, il sonno è un lusso! E questo purtroppo porta stanchezza, nervosismo e tensione sia nella coppia sia nei confronti del bimbo.
In più, il tempo per il sesso scarseggia.
Accade anche che la donna possa sentirsi stanca e poco attraente o che tema che il sesso sia doloroso. Capita anche che la neomamma si concentri completamente sul figlio e questo faccia sentire escluso e solo il partner.

Perciò, perché non parlarne? Perché non confessare apertamente i propri timori o le proprie difficoltà? Insieme potete trovare tutte le soluzioni!

4) Meno tempo per la coppia.

Se prima vi piaceva andare al cinema e a cena fuori insieme, ora che siete genitori non potete più farlo, a meno che non lasciate il bebè a nonni o babysitter.
Questo significa che i vostri stili di vita cambiano radicalmente: aumentano le uscite a tre (con vostro figlio) e si riducono o scompaiono quelle a due, di coppia.Fate però in modo di non trascurare del tutto questo tempo, perché altrimenti create una distanza fra voi.

Ogni tanto concedetevi una serata fuori, facendo ciò che amavate fare insieme.
Questo vi farà sentire di nuovo “coppia”.
Programmatela in anticipo, in modo da organizzare il tutto per bene e fare in modo che niente impedisca o rovini la vostra uscita.

5) Problemi finanziari.

Anche se lavorate entrambi e avete due stipendi, avere un figlio comporta delle spese che prima non c’erano, come le visite dal pediatra, i pannolini, i vestiti, ecc.
Questo può procurare preoccupazione e quindi tensione nella coppia.

L’ideale è stendere un piano delle spese, che comprenda ciò che è necessario, ma anche quello che può regalarvi serenità (es. un corso di yoga o di arrampicata che vi permetta di scaricarvi e di sentirvi appagati).
Valutate quindi a tavolino le spese che potete “tagliare” (abbonamenti, cene fuori, cellulari ultimo modello, ecc.) e di tanto in tanto fatevi un regalo.

Ragazzi, occhio al… Vamping!

Ragazzi, oggi parliamo di un argomento da non prendere alla leggera.

Avete presente gli studenti che “dormono” durante le lezioni?
Quelli che usano il banco come un cuscino e scrivono stando sdraiati sul braccio, sbadigliando di continuo?
Alcuni dicono apertamente di aver visto un film fino a tardi, ma altri sostengono di essere andati a letto alle nove.

E allora come mai sono in quelle condizioni?

Semplice: utilizzano fino a mezzanotte e oltre lo smartphone per chattare (whatsapp), postare foto, guardare video su Youtube.
E tutto all’insaputa dei genitori, che li credono a dormire.

So che molti di voi non ci trovano niente di male, ma questo fenomeno ha un nome ed è stato studiato da esperti.
Si chiama “Vamping” e consiste nel restare svegli anche tutta la notte sui social.

Cosa succede però poi al fisico e alla mente?
Be’, la mattina c’è una grande stanchezza, che impedisce di stare attenti e concentrati.
Si diventa irritabili e nervosi, perciò si risponde male.
Spesso si ha mal di testa e lo si attribuisce allo stress delle verifiche, ma non è quella la causa.
I voti, tra l’altro, si abbassano e l’ansia aumenta.

Capita anche a voi?
Allora, forse, se vi dicessi che vivere “iperconnessi” è una dipendenza, mi direste che questo problema riguarda gli altri e non voi.

Ma state attenti ai segnali: se vi accorgete di essere sempre stanchi, tesi, se sentite il bisogno di dormire durante il giorno, chiedetevi quante ore siete stati “connessi”.
Ci sono ragazzi che passano SEI ore davanti a uno schermo!

Dunque come fare a tornare pieni di energia?
Non dovete eliminare la tecnologia, ma darvi delle regole e seguirle ogni giorno un po’ per volta.
Stabilite, ad esempio, di spegnere il cellulare alle 22.30 e datevi come obiettivo di non mollare per una settimana.
La settimana successiva, spegnete il cellulare alle 22.15 e così via sino ad avere OTTO ore di sonno.

Lo so, sarà dura, ma ce la potete fare! Vi farà tornare vitali, allegri, socievoli. Vi sembra poco?

 

* Articolo di Laura Gazzola, pubblicato sulla pagina dei ragazzi de La Provincia di Como (7/11/2017).

Dormire non è un optional

Le vacanze stanno terminando anche per i ragazzi e la domanda che dovremmo farci è: “Come faranno a riprendere il ritmo, fatto spesso di levatacce alle 6.30 o alle 7 del mattino, se durante l’estate abbiamo concesso loro di stare fuori fino a mezzanotte e mezza oppure all’una?”.
Sarà certamente durissima sia per loro sia per voi. Senza contare che gli insegnanti si troveranno a fare il loro lavoro con degli zombie, che al posto di apprendere, sbadiglieranno almeno per le prime due ore.

Il discorso del SONNO non è certo una banalità e dobbiamo stare attenti alle giustificazioni del tipo: “Vabbé, sono ragazzi! Recuperano in fretta!”, perché medici e ricercatori esperti dell’American Academy of Sleep Medicine hanno sottolineato che per una crescita sana i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni dovrebbero dormire circa 8-10 ore.

E’ ovvio che gli adolescenti che riposano le giuste ore siano più attivi, più concentrati, più lucidi e quindi positivi. Ma ciò riguarda anche i bambini al di sotto degli 11 anni, perché – quando sono più riposati – sono pronti ad apprendere e ad assimilare meglio tutto ciò che viene spiegato loro a scuola.
Non solo: pensate alla fatica che facciamo quando dobbiamo riflettere per prendere una decisione.
Ecco, dormire 8 ore serve ai ragazzi anche a questo: a risolvere i piccoli problemi quotidiani senza delegarli a voi genitori e a prendere la decisione giusta, dopo aver valutato tra le varie opportunità.

Prendo spunto da Sleepeducation.org , per darvi qualche dritta su cosa fare per crescere in modo sano i vostri figli adolescenti (e vivere più in forma anche voi):

  • calcolate  che abbiano 8 ore di sonno consecutive e non fateli sgarrare (perciò stabilite l’ora in cui dovranno andare a dormire e quella in cui far suonare la sveglia);
  • è molto utile che inizino a prepararsi al sonno con mezz’ora di anticipo rispetto a quando si infileranno sotto le coperte (potete puntare un timer di 30 minuti entro i quali dovranno lavarsi i denti, indossare il pigiama, preparare la cartella e gli abiti per la mattina seguente, spegnere cellulare, pc…);
  • è fondamentale che si preparino al sonno spegnendo TV, tablet, cellulari, pc;
  • controllate quindi più volte che i vostri figli non chattino quando sono a letto, perché utilizzare pc, tablet e cellulare può togliere loro il sonno.

E se i ragazzi dovessero rifiutarsi di seguire queste buone pratiche, non abbiate timore di imporvi. Ricordatevi che gli adulti siete voi e che, se imponete certe regole, è per il loro bene e la loro salute.
Siete dunque autorizzati a togliere loro il cellulare e il tablet  fino al mattino, se volete essere certi che non li useranno appena sarete usciti dalla stanza. Ne faranno una tragedia all’inizio, ma poi si abitueranno e il loro sonno avrà una qualità migliore.
Se pensate di trovare le parole e il tono giusti, potete provare anche a condividere con loro il vostro pensiero sull’argomento, portando prove che supportino le vostre decisioni, ma se i vostri figli non ne vogliono sapere, PONETE DEI LIMITI e non sentitevi in colpa. Vi ringrazieranno quando saranno più grandi.

E se avete figli al di sotto degli 11 anni?

Il Journal of Clinical Sleep Medicine, già nel 2016, sottolineava che “bambini e adolescenti dormono poco” e i rischi per la salute non vanno sottovalutati, visto che si parla di obesità, diabete, depressione e autolesionismo.
Ma allora, quante ore dovrebbero dormire i nostri figli per godere di una salute ottimale?

Ecco le raccomandazioni dell’American Academy of Sleep Medicine che differenzia le ore di sonno in base all’età:

  • Età 4-12 mesi: da 12 a 16 ore su 24 ore (compresi i sonnellini)
  • Età 1 – 2 anni: da 11 a 14 ore di sonno al giorno
  • Età 3 – 5 anni: da 10 a 13 ore di sonno
  • Età 6 – 12 anni: da 9 a 12 ore di sonno
  • Età 13 – 18 anni: da 8 a 10 ore per notte

Per concludere dobbiamo aggiungere altre precisazioni:

  • Prima dei 4 mesi non ci sono raccomandazioni da fare, perché in quel periodo il sonno dei neonati è influenzato da molti fattori.
  • Sulle altre fasce d’età è bene che teniate monitorato il sonno dei vostri figli e se notate che dormono troppo poco o in modo eccessivo, rivolgetevi al vostro medico per una eventuale diagnosi di disturbo del sonno.
  • Non dimenticate che un sonno sano richiede una durata adeguata, tempi appropriati, buona qualità, regolarità e assenza di disturbi del sonno o disturbi di altro genere.
  • E’ evidente che il sonno di ciascuno sia influenzato da fattori genetici, comportamentali, medici e ambientali di cui bisogna tener conto.