Domande Frequenti (FAQ)

In questa sezione risponderò alle domande più frequenti, in modo da fare chiarezza.

  • Cosa s’intende esattamente per “percorso” di Coaching?
  • Quanto dura un percorso di Coaching?
  • Come avviene la sessione?
  • Come faccio a capire se il Coaching funziona?
  • Alcune persone dicono di fare Coaching “a distanza”. Ma come è possibile?
  • Posso fare Coaching via email o chattando con Whatsapp?
  • Com’è possibile che un Coach si occupi sia di adolescenti sia di manager?
  • Mio marito ha un problema e vorrei aiutarlo. Posso venire io a fare Coaching?
  • Mio figlio è in crisi e non so in che modo aiutarlo. Vorrei proporgli il Coaching, ma ho paura che mi dica di no. Cosa posso fare?


Cosa s’intende esattamente per “percorso” di Coaching?

“Percorso” è l’insieme delle sessioni (cioè degli incontri) necessarie per arrivare all’obiettivo posto dal cliente.


Quanto dura un percorso di Coaching?

La durata di un percorso di Coaching varia a seconda dell’obiettivo che il cliente vuole raggiungere. Esistono obiettivi per i quali bastano poche sessioni e altri, complessi, che ne richiedono di più.
Spesso, poi, il cliente parte con un obiettivo e poi ne aggiunge un altro, strada facendo.
In questo modo, la durata del percorso si allunga.
Ad ogni modo, è impensabile definire un percorso, sebbene breve, in meno di 5 sessioni.


Come avviene la sessione?

La sessione di Coaching è il momento in cui il cliente espone il suo problema, definisce qual è il suo obiettivo, descrive il suo contesto, scopre e allena le sue potenzialità, collabora alla definizione del piano d’azione per arrivare a ciò che desidera. Il tutto, ovviamente, insieme al Coach, che lo ascolta, gli pone domande, lo stimola, lo sostiene e lo guida, ma senza sostituirsi a lui. Diciamo, quindi, che il cliente e il Coach “sono attivi” e collaborano in vista del risultato finale.


Come faccio a capire se il Coaching funziona?

Il Coaching è improntato all’azione, perciò il cliente capisce se si sta avvicinando all’obiettivo perché “spunta” ad uno ad uno i vari gradini necessari per arrivare alla meta.
Si tratta di obiettivi intermedi importanti, che vengono verificati dal Coach nel corso delle sessioni.


Alcune persone dicono di fare Coaching “a distanza”. Ma come è possibile?

Durante la sessione, il Coach ha bisogno di parlare con il cliente: porgli delle domande, valutare e approfondire le sue risposte. Per fare ciò non è necessario trovarsi in presenza.
Perciò se il cliente vive distante dal Coach o ha problemi con l’orario di lavoro, può fare la sessione in video-chiamata dal cellulare o dal computer o tablet.
Ovviamente, non deve essere distratto o disturbato da nessuno per un’ora e deve avere una buona connessione, in modo da non interrompere la sessione.
La sessione, quindi, può essere fatta in presenza oppure on-line: l’obiettivo viene comunque raggiunto e questo è indubbiamente un valore aggiunto.


Posso fare Coaching via email o chattando con Whatsapp?

No, non è possibile, perché il Coach ha bisogno di “dialogare” e “ascoltare” la voce del cliente. Scrivere significherebbe cadere nel rischio di fraintendimenti.


Com’è possibile che un Coach si occupi sia di adolescenti sia di manager?

Il Coaching è un metodo, cioè un modo di operare per ottenere uno scopo.
Viene usato dal Coach col cliente e serve a rendere quest’ultimo consapevole delle proprie potenzialità che, allenate, lo portano al massimo rendimento, consentendogli di raggiungere i propri obiettivi in campo professionale, scolastico, universitario, ecc.
Che si tratti di un obiettivo “business” o “adolescenziale”, l’importante è applicare professionalmente il metodo: elaborare programmi concreti, finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo posto dal cliente, in un’ottica di sviluppo del suo benessere e del miglioramento generale della sua vita.


Mio marito ha un problema e vorrei aiutarlo. Posso venire io a fare Coaching?

Fare Coaching al posto di un’altra persona non è possibile.
In questo caso specifico, però, la moglie potrebbe decidere di affrontare un “suo” percorso, se capisce di trovarsi in difficoltà nello stare a fianco del marito che è in un periodo di crisi.
Quindi, non fa Coaching “al posto del marito”, ma pone un suo preciso obiettivo (es. Come comportarsi con lui per creare un clima sereno, sfruttando le proprie potenzialità).
Se, invece, desidera che il marito si faccia aiutare, può consigliargli di leggere le informazioni e le testimonianze contenute nel mio sito.
La cosa importante, però, è che sia lui a contattarmi, perché per fare Coaching bisogna essere motivati e decisi ad uscire dal problema.


Mio figlio è in crisi e non so in che modo aiutarlo.
Vorrei proporgli il Coaching, ma ho paura che mi dica di no. Cosa posso fare?

La cosa migliore è proporgli di incontrarmi una volta, semplicemente per conoscerci e capire che cosa può fare il Coaching per lui . Solitamente i ragazzi non si rifiutano.
Consiglio sempre di spiegare al ragazzo chi sono (facendogli leggere la mia biografia nel sito) e come lavoro (cioè cosa fa il Coach). Ritengo utili anche le testimonianze, soprattutto quelle lasciate dai ragazzi.
E’ ovvio, tuttavia, che il primo a dovermi contattare sia il genitore, non il ragazzo (a meno che non sia maggiorenne).