Covid-19 e l’importanza di mettere al centro le persone.

Quante persone ho “incontrato” virtualmente, a seguito del mio video su come superare la paura del Covid-19! Donne e uomini di diverse età, che mi hanno fatta partecipe delle loro emozioni, che mi hanno esposto i loro problemi, chiedendomi un consiglio.
Donne e uomini “veri”, con cuore e volontà di vivere meglio in questo periodo così difficile.

Non sono mancati i patiti della polemica: quelli aggressivi, che pretendono che tutti siano d’accordo con loro. Fortunatamente, davvero pochi, sebbene molto insistenti.
Ecco, mi sono resa conto che proprio costoro non hanno capito il senso del mio video, perché

adesso non è importante alzare la voce per ottenere ragione, ma fare in modo che le persone si sentano meglio, anche se sono chiuse in casa o al lavoro.

Qui non c’entra più se esiste o meno il virus, se ci credo oppure no.
L’unica cosa che mi importa sono le persone. Sì, pure quelle che non conosco, ma che mi parlano del loro disagio.

Sono le persone, quelle su cui tutti dovremmo concentrarci.

Una volta, quando ci si guardava in viso senza mascherina, bastava fare un sorriso per rasserenare l’altra persona. Oggi siamo coperti, ma possiamo sempre esprimerci con le parole.

Quanta bellezza c’è, infatti, nelle parole ricevute al momento giusto!
E non serve essere degli oratori per toccare il cuore dell’altro.
Basta ascoltare quello che ci dice e come lo dice.
Saper ascoltare con orecchie e cuore è un dono, ma anche un’abilità che si può imparare ed allenare.

Tutto parte dal considerare importante ciò che l’altro dice, perché nulla è scontato.

Proviamo, ad esempio, a cominciare a chiedere “Come stai” con un tono davvero interessato, guardando fisso negli occhi l’altra persona. Diamole il tempo di rispondere con calma. Non mostriamoci seccati o annoiati o distratti. Le persone “sentono” se siamo interessati a loro.
E piuttosto del frettoloso “Tutto bene?!”, meglio un semplice saluto.

Mai come ora c’è bisogno di vicinanza, di comprensione.

Non ci servono gli agitatori di folle, quelli che gridano, insultano, ci giudicano “fragili” per le nostre paure o per il rispetto che portiamo alle regole.
Abbiamo bisogno di un briciolo di serenità, di normalità, di amore.

E allora allontaniamo da noi chi ci fa sentire sbagliati, deboli. Non lo siamo!

Stiamo combattendo una battaglia con le nostre emozioni, tutti i giorni.
Possiamo sentirci a terra e chiedere aiuto per questo, ma è la dimostrazione che siamo forti, perché desideriamo stare meglio.

E se chi ci sta intorno non lo capisce, non perdiamo tempo a spiegarglielo.
Abbiamo bisogno di momenti sereni e non dobbiamo sprecare le nostre energie per chi davvero non se lo merita.

Genitori tossici: ecco come riconoscerli.

Sentiamo spesso parlare di relazioni tossiche, ma raramente leggiamo di “genitori tossici”, che con i loro comportamenti procurano ai figli sofferenza e scarsa autostima.

Credo importante parlarne, per saperli identificare, perché ci potrebbe capitare di incappare in uno di loro (magari fra i nostri amici, parenti o peggio, se si trattasse del nostro partner) e sarebbe bene provare a convincerli a farsi aiutare da uno specialista, come lo psicologo, per non danneggiare ulteriormente i figli.

Vediamo quindi le caratteristiche.

Il genitore tossico è iper-critico: non gli va mai bene niente.
Se il figlio a scuola riceve un bel 9, lui si mostra scontento perché non ha preso 10.
Perciò commenta in modo secco, duro, senza preoccuparsi di ferire il figlio.

Di solito è focalizzato sui suoi desideri e non tiene conto dei bisogni dei figli.
Vuole controllare tutti e spesso usa le urla per ottenere ciò che vuole oppure insinua in loro dei sensi di colpa.

Ama essere al centro dell’attenzione dei propri figli e lo fa mostrandosi preoccupato o arrabbiato, così i figli se ne fanno carico, soffrendo nel vederlo infelice.
Praticamente, al posto di alleggerire i figli, li carica di pesi che a quell’età non dovrebbero portare.

I genitori tossici sono negativi e si lamentano di continuo coi figli.
Nulla va bene!

Le conseguenze sono davvero pesanti per i figli, perché crescere con genitori tossici significa essere delle vittime e accumulare rabbia che spesso non si riesce a sfogare.
Significa anche dover vivere in un ambiente che fa star male, che fa soffrire e che spinge a mettere in dubbio i propri bisogni, per assecondare e appagare quelli del genitore.

D’altra parte, il genitore tossico fa sentire i figli inadeguati.
Per lui non sono mai “abbastanza” bravi, così loro crescono sentendosi sempre in difetto, sbagliati e imperfetti.

Lui non si mette mai in discussione, è perfetto così, mentre i figli sono sempre più insicuri e la loro autostima si sgretola pian piano ogni giorno di più.

Ecco, se pensiamo di aver riconosciuto un genitore tossico tra i nostri parenti o amici, proviamo a parlargli per vedere se è disposto a mettersi in discussione e a cambiare.
Facciamolo con delicatezza, però, perché i genitori tossici difficilmente riconoscono i propri errori.

Tuttavia… tentar non nuoce!