In questo periodo, meglio fare programmi o vivere alla giornata?

Ebbene lo ammetto: sono una di quelle che ama programmare. Ecco, l’ho detto!
E sono pure brava, perché so calcolare i tempi e difficilmente sbaglio.

Cosa c’è di meglio?, direte voi.
Fino a qualche tempo fa, nulla: saper elaborare programmi, conoscere il modo con cui portarli a termine e in quanto tempo, sono sempre stati un gran vantaggio. Garantisco!

Ma oggi… Oggi è dura!

Perché con l’arrivo del Covid-19, fare programmi a lungo termine non serve a niente, anzi, è pure controproducente, perché quando meno te l’aspetti… la tua regione cambia colore, il tuo lavoro cambia orari, modalità, strumenti… e la tua vita è in balia degli eventi, delle statistiche, di un virus fuori controllo.

Se anche voi siete come me, sapete di cosa parlo.

E allora, certamente, vi troverete nella condizione per cui avete speso del tempo a programmare (quando magari avreste avuto voglia di fare altro) e quel programma viene cancellato di colpo e non certo per colpa vostra.
Un senso di frustrazione, di precarietà e, siamo sinceri, anche una gran scocciatura.
E allora… qualche esclamazione colorita può anche scappare…

Perché è tutto da rifare… o no?  NO!

Nel senso che non ha più molto senso fare programmi a lungo e medio termine.

Quando saltano, infatti, ci si sente disorientati e non è proprio una bella sensazione, soprattutto se siamo di quelli che non stanno mai fermi, che hanno sempre qualcosa da fare, che odiano il divano e la passività.

Tuttavia questo tempo, così strano, ci insegna qualcosa, ovvero a imparare a “vivere alla giornata”.

Giuro, non avrei mai pensato di pronunciarlo né come Laura né come Coach!
Perché per il mio cervello, “vivere alla giornata” è sinonimo di “buttare via il tempo”, “oziare”.

In realtà questo periodo mi sta insegnando qualcosa di molto prezioso: accorciare i tempi e fare programmi a breve, brevissimo termine.

Significa avere ben chiaro che cosa è importante fare l’indomani, al massimo nei successivi cinque giorni, ma non di più (visto che i Dpcm sono quindicinali).
Perciò, se da un lato è importante continuare a dare un senso alle nostre giornate, dall’altro non ha senso fare programmi troppo in là nel tempo.

Imparare a pensare di giorno in giorno, arrivando a sera soddisfatti di ciò che abbiamo fatto e pensare a ciò che dobbiamo/vogliamo/possiamo fare l’indomani, a seconda delle reali priorità.

Questo è (forse) il segreto per essere sereni in un periodo così buio come questo.
Perciò, muniti di carta e penna,

registriamo gli impegni da portare a termine nel giro di cinque giorni: scriviamoli in una lista in ordine sparso e poi, ogni sera, proviamo a prendere alcune voci della lista per inserirle in ciò che faremo l’indomani.

Riuscire a spuntare di giorno in giorno le attività programmate ci servirà per sentirci motivati…
Ma… Attenzione a non esagerare!
Programmare “troppe” attività/impegni e non riuscire a portarli a termine può avere l’effetto contrario, ovvero farci sentire frustrati e insoddisfatti, facendoci perdere l’energia per affrontare una nuova giornata.