Chi semina e coltiva amore… non muore mai!

Siamo così fragili noi esseri umani.
Nei periodi della Vita in cui le cose vanno bene ci sentiamo forti, invincibili, quasi immortali.

Spendiamo tutte le nostre energie per il lavoro.

Cavalchiamo le onde e non resta tempo per coltivare gli affetti.
Quelli ci sono oggi e ci saranno anche domani, pensiamo.

Poi, però, arriva il momento in cui la Vita ci afferra, ci stritola, ci sbatte di fronte a malattie incurabili, a morti premature.
E allora tutta quella sensazione di “immortalità e forza” svanisce e ci sentiamo fragili, vulnerabili, provvisori.

La Vita improvvisamente sembra fuori da ogni nostro controllo.

Ma è in quel momento che recuperiamo ciò che conta di più: l’Amore.
L’Amore che ha mille sfumature e che è racchiuso in un abbraccio silenzioso, in una carezza delicata, nell’ascolto attento dell’altro, nella condivisione di pensieri ed esperienze, nel dialogo aperto e sincero, in uno sguardo pieno di comprensione.

E’ l’Amore a renderci “immortali”, perché chi semina e coltiva Amore non muore mai.

Per aiutare un familiare che soffre ci vogliono disponibilità, amore e positività.

Non è facile guardare in faccia un familiare che soffre senza provare il desiderio di farlo stare meglio all’istante.
Che si tratti di una malattia o di uno stato psicologico, vorremmo vederlo stare bene, perciò ci attiviamo a partire dalle cose pratiche per poi passare al sostegno morale.
Ma cosa succede se quel familiare non ne vuole sapere di seguire le nostre indicazioni, i nostri consigli?
Se si chiude in se stesso e smette di sorridere…
Se quando ci vede si lamenta per il suo stato e ogni giorno va peggio?

Ci sentiamo in colpa, vero?
Come se non avessimo fatto abbastanza.
La nostra vita si mette in stand by e la qualità va sotto zero.
Ci svegliamo la mattina e ci corichiamo la sera con un unico pensiero: trovare una soluzione e presto.
Ma stiamo buttando via energie che dovremmo invece risparmiare.

Il problema è che stiamo pretendendo l’impossibile: avere tutto sotto controllo e far funzionare le cose per forza.
Non è così che funziona!

Dobbiamo accettare di non avere i superpoteri.

Il nostro familiare non starà meglio solo perché noi lo vogliamo.
Ha bisogno di tempo. Un tempo che è necessario.

E allora cosa fare nel frattempo?
Attivarci per offrirgli le soluzioni possibili, senza la pretesa che funzionino o che lui le accetti.
Riprendere la nostra vita con la consapevolezza di “esserci” e di essere disponibili.
Sentire l’Amore dentro di noi e renderci conto che è davvero “grande”.
Smetterla di farci travolgere dai cupi pensieri e vivere… pensando che siamo più utili se restiamo positivi.

Non è facile, ma almeno… è possibile.